Impianto di recupero acque piovane: cos’è e come funziona

Come già anticipato in un articolo precedente, è possibile recuperare e riutilizzare l’acqua piovana, riuscendo così a ricoprire più della metà del fabbisogno di acqua potabile di casa. Come? Semplicemente attraverso un sistema di depurazione e di riciclo che, in sostanza, reintroduce in circolo le acque, una volta averle bonificate. Ma a cosa ci si riferisce quando si parla di impianto di recupero acque piovane?  

Quanto è utile per salvaguardare una risorsa così preziosa come l’acqua? Come funziona nel dettaglio e quali sono le sue componenti principali?

Prima di rispondere a tutte queste domande, approfondiamo un attimo il tema dell’acqua e della sua importanza nel mondo. Una piccola premessa, prima di soffermarci sugli aspetti più tecnici che contraddistinguono gli impianti di questo tipo.

Non perdiamo altro tempo. Partiamo subito.

L’acqua nel mondo: alcuni dati emblematici sulla situazione attuale

Per quanto l’accesso all’acqua potabile possa essere ormai scontato per noi occidentali, in realtà non si può dire la stessa cosa per tanti altri popoli del mondo. Dati alla mano, infatti, pare che più di 1 persona su 4, equivalente ad oltre 2,2 miliardi di persone, non dispone di fonti d’acqua sicure.

E come se non bastasse, una buona metà della popolazione mondiale, ben 4,2 miliardi, vive senza poter usufruire di servizi igienico sanitari, a causa di guerre e povertà.

Insomma, si tratta di statistiche davvero allarmanti su cui bisogna riflettere.

Dall’altra parte, insieme all’approvvigionamento idrico sempre più scarso e incerto, va citato il cambiamento climatico, capace di generale il cosiddetto stress idrico anche nelle regioni del mondo in cui le risorse, ad oggi, abbondano. 

La quantità di acqua utilizzata nel nostro pianeta, pensate, è diventata 6 volte più grande nell’ultimo secolo. E a questo proposito, gli esperti dicono che questo dato continuerà ad aumentare di circa l’1% ogni anno. 

È chiaro che un utilizzo strategico e sostenibile delle risorse idriche potrebbe garantire la risoluzione del problema. E per questo, il recupero delle acque meteoriche o piovane, così come quello delle acque grigie, diventa un fattore fondamentale. Soprattutto quando si parla di risparmiare sull’uso di acqua potabile in tutte quelle dinamiche che non lo richiedono necessariamente. Lo sciacquone del WC, il lavaggio del bucato o l’irrigazione del proprio giardino. 

Impianti di recupero acque piovane e la loro importanza nel mondo

Impianto di recupero acque piovane: perché sceglierlo

In Italia, la principale norma nazionale relativa a quest’argomento è sicuramente il D. Lgs. 152/1999, chiamato anche Legge quadro sulle acque.  La versione più attuale del documento, il D. Lgs 152/2006 o Codice dell’Ambiente, all’art. 98 recita così:

“Coloro che gestiscono o utilizzano la risorsa idrica adottano le misure necessarie all’eliminazione degli sprechi ed alla riduzione dei consumi e ad incrementare il riciclo ed il riutilizzo, anche mediante l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili”

In particolare, però, quando si parla di riutilizzare l’acqua piovana, non potabile, si intende obbligatoriamente quella che proviene dalle coperture degli edifici, recuperata servendosi di sistemi specifici di raccolta, filtraggio e stoccaggio.

Secondo le statistiche, iI consumo procapite di acqua italiano risulta aggirarsi, escludendo le varie perdite delle reti idriche, intorno ai 215 litri giornalieri, riconducibili perlopiù a WC, doccia e igiene personale. In questo senso, è importante sottolineare che, di questi ultimi, almeno la metà potrebbe essere sostituita con l’acqua ricavata da un impianto di recupero acque piovane, capace di garantire il riuso di acque reflue per:

  • Le pulizie domestiche
  • L’irrigazione del proprio giardino
  • Lavatrici
  • E sciacquone del WC

Impianto di recupero acque piovane: Progetto e dimensionamento

La progettazione degli impianti di recupero e riciclo delle acque piovane è regolato da una norma precisa: la UNI/TS 11445:2012. A sua volta, questa riprende la normativa europea denominata DIN 1989 del 2002.

Secondo quanto stabilito, per ottimizzare l’efficienza e salvaguardare l’aspetto economico, ogni impianto dev’essere dimensionato e proporzionato rispetto a due fattori chiave:

  • L’apporto di acqua piovana
  • Il fabbisogno di acqua di servizio, in base all’area in questione

Per quanto riguarda il primo valore, ovvero l’apporto di acqua piovana, esso è strettamente legato al contesto geografico e alla posizione territoriale ricoperta dall’edificio che ospiterà l’impianto stesso. Vanno dunque presi in considerazione valori quali:

  • La dimensione e la tipologia della cosiddetta copertura captante
  • Il tasso medio di precipitazioni annuali in quella data località

A proposito del fabbisogno di acqua di servizio, invece, esso è direttamente proporzionale al numero di utenti che usufruiscono della risorsa e alla quantità di dispositivi da servire. In altre parole, va dunque calcolato in base alla complessità dell’intero impianto di recupero.

Impianto recupero e riciclo acqua piovana

Quali sono le componenti principali dell’impianto? 

Una volta analizzate le normative coinvolte, compresi alcuni vantaggi relativi alla scelta di un impianto di questo tipo, non ci resta che soffermarci sulle sue componenti di base. Da cosa sono costituiti gli impianti di recupero e riciclo delle acque piovane? Principalmente da:

  • Filtri
  • Pompa
  • Serbatoio
  • Scarico di troppo pieno
  • Integrazione con acqua potabile
  • Seconda rete di condotte

Scendendo nello specifico, com’era facilmente intuibile, i filtri hanno l’obiettivo di purificare l’acqua da tutte quelle particelle impure dovute all’inquinamento e ai diversi detriti accumulati nel passaggio dalla copertura al serbatoio. Ovviamente, a seconda dei suoi scopi, il sistema può presentare più o meno elementi costitutivi. 

Se il riciclo delle acque comprende anche l’utilizzo domestico, ad esempio, gli impianti posso presentare, oltre al serbatoio di stoccaggio, anche:

  • Un filtro a cestello estraibile
  • Un’elettropompa centrifuga sommersa, specifica per la distribuzione delle acque
  • Un inverter di comando
  • Altri filtri multistadio
  • E un così chiamato debatterizzatore con lampade a raggi UV, in grado di disinfettare l’intero sistema quando necessario

E tu, hai notato quanto possa essere utile ed importante servirsi di un impianto di recupero acque piovane?

L.F. Costruzioni Generali è leader nella produzione di manufatti in calcestruzzo, nel settore Ambientale, principalmente rivolto alla produzione di impianti di depurazione. Un percorso cominciato nel 1996, tramutatosi presto in eccellente esperienza nel settore di riferimento. Dai serbatoi prefabbricati agli impianti di prima pioggia, passaggio per digestori Imhoff e molto altro ancora. Visita la sezione Prodotti del nostro sito e scegli quello che fa per te.

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